Conferenza del 26 Ottobre 2013

Interverrò nel 1° Incontro del Ciclo di Conferenze a tema:

"Il Risveglio dell'Energia Femminile nell'Umano del Terzo Millennio"



organizzato da : Associazione Evoluzione del Cuore







IL FEMMINICIDIO DAL MIO PUNTO DI VISTA





OGGI SI SENTE PARLARE MOLTO DI FEMMINICIDIO, COME SE FOSSE UN ELEMENTO NUOVO CHE E’ APPARSO PER LA PRIMA VOLTA NELLA NOSTRA EPOCA.
IL FEMMINICIDIO, SIA CON LA VIOLENZA FISICA CHE CON L’ANNIENTAMENTO DELL’ESSENZA DELLA DONNA, E’ INIZIATO ESATTAMENTE MILLENNI FA, CON LA DISTRUZIONE DELLA CULTURA MATRIARCALE PREISTORICA E NON E’ MAI CESSATO.

Prendo spunto da una lettera di una lettrice del quotidiano "il Tirreno" che ha scritto alla redazione circa la mia affermazione in una intervista pubblicata, la quale l’ha colpita molto, (il che denota una lettrice attenta, caso raro di questi tempi!),
e nella quale dicevo quanto segue:
< LA RESPONSABILITÀ MAGGIORE DEL FEMMINICIDIO, OGGI COME NEL CORSO DEI MILLENNI, È PROPRIO DELLA DONNA, IL PERCHÉ LO SPIEGO NEL MIO LIBRO >


Quell’affermazione senza la relativa, approfondita, spiegazione non è un pour parlé , esplicitato per creare reazioni di marketing , ma dovuto ad una impossibilità di poter spiegarne correttamente il contenuto in tre brevissime domande.

Comprendo, anche, che può generare pregiudizi, dai quali tutti siamo dominati, grazie al bagaglio millenario di condizionamenti e credenze costituitisi proprio in seno alla nostra cultura.

Rimane il fatto che non si può formare una personale opinione senza aver letto approfonditamente il libro a cui si fa riferimento.

La mia affermazione deriva dalla visione dell’esistenza che ho maturato nel corso del tempo, attraverso l’intero bagaglio di esperienze di vita, che ha al suo interno anche quella di una violenza fisica, subita dall’allora “compagno”, e più indietro nel tempo perfino una molestia fisica da un adulto.
Nel presente la mia visione dell’esistenza non lascia nessuno spazio all’idea che gli umani siano in balia della sfortuna o fortuna, del caso o del destino, in balia di un mondo esterno nei confronti del quale non possono opporsi ma soltanto rassegnarsi.


Ogni enorme sofferenza individuale va rispettata, e non esistono mai parole appropriate da proferire, ma oggi, tutto ciò che posso affermare, come donna adulta, è che ciascuno crea la propria realtà, consapevolmente o inconsciamente, tragica o gioiosa che sia ne è il Responsabile.

Quando una donna, per breve o lungo tempo, sottostà ai maltrattamenti di un “marito”, in silenzio, nascondendo la sua tragedia, senza opporsi , sta compiendo una scelta per se stessa, esattamente come l’uomo che sceglie di farle violenza.
Non esistono vittime e carnefici, esistono due esseri umani, entrambi in gravi difficoltà interiori, ma entrambi Responsabili delle loro scelte.

Il femminicidio sia fisico sia come annientamento dell’essenza umana, non lo considero una causa ma una conseguenza dell’accettazione da parte delle donne e degli uomini, di un corpo di credenze e condizionamenti, creati alla fine della preistoria e irrobustiti nei millenni a.C. e nei secoli d.C.

Un cambiamento possibile parte dall’interno di ciascuno, spezzando quelle catene mentali che ci hanno costretto a dimenticare la nostra vera natura.
E per spezzarle occorre prima conoscerle, prenderne coscienza individualmente e poi accettare di modificarle... e ciò non è una passeggiata.

Cerco di spronare sia gli uomini che le donne attraverso il mio libro, anche se ritengo che gli uomini oggi sono in profonda difficoltà, mentre sono fermamente convinta che la donna abbia il coraggio, l’audacia e la prontezza di rialzarsi ogni volta che cade e soffre; la forza di volontà per un cambiamento interno a se stessa, unico modo per contribuire ad un cambiamento nella collettività.
L’interno va verso l’esterno, mai il contrario.
Credo, inoltre, che il nostro tempo abbia ormai bisogno di un risveglio proprio di questa Energia Femminile, scomparsa da tempo, sia negli uomini ma soprattutto nelle donne.

Nel mio libro le testimonianze archeologiche sono lo strumento scientifico utilizzato con lo scopo di far conoscere un altro “racconto” sulla matrice della quale noi, oggi, siamo il prodotto.
C’è un legame profondo tra le vicende storiche umane e ciò che sono diventati le donne e gli uomini di oggi, che hanno perso contatto con la loro vera natura interiore.
In questo legame si collocano le stesse cause che conducono, da sempre, al femminicidio.

Cerco di chiarire.
La nostra radice culturale-sociale presente nel nostro “DNA”, quale fu la società matriarcale, non era dominio della donna sull’uomo; la donna era riconosciuta come la principale portatrice della Forza Creatrice divina, (chiamata Grande Dea che era sia Madre che Padre dell’intero Universo), e fungeva da tramite per il Bene collettivo; erano considerati sacri sia la differenza di genere (maschio-femmina), sia la differenza tra generazioni.
Nessuno prevaleva sull’altro, ma erano riconosciute e rispettate le caratteristiche individuali messe a disposizione del Bene collettivo della comunità.
Ogni forma vivente era considerata manifestazione della forza creatrice e protrettrice divina, dunque sacra.



Una società che, dopo 20.000 anni di esistenza, fu distrutta nella sua essenza da un ondata di uomini guerrieri che non solo usarono la violenza, ma crearono un sistema sociale (che oggi è chiamato patriarcato) carico di misoginia, di annientamento del sacro femminile, che conferì al Divino una connotazione esclusivamente maschile e che nel corso sia dei successivi millenni a.C. che dei secoli d.C., sviluppò quel corpo di condizionamenti tesi esclusivamente al dominio del potere maschile su quello femminile.

Nel corso del tempo questo dominio fu rinforzato attraverso l’instaurazione di false credenze-regole, tese a creare nelle donne una gabbia mentale, un oblio del loro potenziale femminile,
e ogni volta il potere maschile dubitava che esso potesse riacquisire il suo antico vigore, ricorse al femminicidio.

La donna si plasmò a questo dominio, così come al ruolo di vittima, in quanto aveva già perso il senso di se stessa, ancor prima.

Infatti tra l’esistenza di quella società antica e la sua successiva distruzione, va collocato il momento degenerativo della Donna Antica, vittima ma ancor prima carnefice.
In questa immagine storica trovo più che una similitudine con la donna moderna.

La donna antica ad un certo punto iniziò ad usare e dirigere quel “potere sacro” non verso il Bene della comunità ma per fini personali; iniziò a sentire auspicabile e legittimo mantenere qualcosa solo per sé, (alcune cose che oggi potrebbero essere paragonate ad una casa, un uomo, il lavoro, i figli, gli abiti, le abitudini e tanto altro), dando avvio alla perdita di una reale unione con la comunità.
Nacquero forti desideri di distinguersi, di divenire uniche, perdendo in questo modo la capacità di percepire in sé come negli altri lo stesso amore .
L’antico sguardo femminile che abbracciava tutto in una visione d’insieme andò progressivamente restringendosi portando l’attenzione su i propri bisogni e trascurando quelli dell’intera comunità.
Ciò che divenne personale smise di essere condivisibile e le altre donne divennero nei confronti del possesso, una minaccia dalla quale difendersi.
Su tale terreno degenerativo femminile si scagliò il dominio dei guerrieri, che portarono solo a termine un annientamento già in atto di ciò che era la sostanza della donna e ciò che essa rappresentava nella comunità.
. .
La donna odierna è ancora immersa in quell’oblio e ancora plasmata e ubbidiente ad ogni singola regola condizionante.
Vive e regna in quell’atavico senso di disgregazione femminile, ancora troppo forte, di divisione e dipendenza divenuti tipici del modello sociale maschile.
Atteggiamenti come gelosia, invidia, competizione per brillare agli occhi del maschio, il desiderio a divenire le più intelligenti, le più belle, le migliori per distinguersi dalle altre; così come il trovare un compagno da cui dipendere piuttosto che completarsi; tutto ciò è ritenuto ancora dalla maggior parte delle donne un obiettivo esistenziale di primaria importanza.




Immobilizzarsi esclusivamente sull’immagine della donna-vittima non crea una risoluzione del problema, secondo la mia visione dell’esistenza, ma viceversa lo alimenta: è come se le foglie di un albero iniziassero ad immaginare soltanto l’autunno scorrere nelle nervature; allora accadrebbe che la linfa si ritirerebbe anche se l’autunno non è sopraggiunto.
Il continuare a piegare la testa a tutte le abitudini condizionanti, fa della donna la carnefice di se stessa e della collettività alla quale appartiene, e successivamente vittima.

Sia che siamo donne che combattono nella famiglia o sul luogo di lavoro, che cercano un salario per vivere; che i nostri bisogni immediati siano il cibo, le cure mediche, il lavoro, l’accudimento ai bambini, una casa, spazi aperti... il nostro interesse deve essere lo stesso : restituire a noi stesse e quindi al mondo, un senso del sacro nella vita quotidiana (sacrum – azione sacra) e così riconsegnare valore alle nostre vite e alla comunità di esserI viventi.

Questa visione comune, questa visione del Bene comune, può essere la base di un potere che è potente soltanto se non è esercitato da solo: il potere di cambiare la realtà.


Certo è che, nonostante la presente mia risposta possa sembrare lunghissima, l’intero contenuto del mio libro, con ogni sua sfumatura, l’ho appena sfiorato.
Sia per il delicato argomento sul Risveglio Femminile , sia per l’importanza che ha per me la sua sostanza, non potrei mai restituire ad esso quanto spetta, semplicemente attraverso una intervista.


LA FACILE MANIPOLAZIONE DELL'UMANITA'

SONO IN ACCORDO SU L’INTERO ARTICOLO QUI DI SEGUITO, VOGLIO ANCHE AGGIUNGERE CHE IL LAVORO SU DI SE’ SI COLLOCA SEMPRE NELLO SMANTELLAMENTO DELL’INTERO FARDELLO DELLE CONVINZIONI ODIERNE, LE QUALI NON SONO ALTRO CHE L’APPENDICE DI TUTTO IL BAGAGLIO DI FALSE CREDENZE CHE CI PORTIAMO DIETRO COME POPOLO UMANO DA MILLENNI..
IL NOSTRO PASSATO LONTANO O LONTANISSIMO (NELLA CONCEZIONE TEMPORALE), E’ LA NOSTRA RADICE E NOI “MODERNI” SIAMO IL PRODOTTO DELL’INTERO PERCORSO DELL’UMANITA’ DALLA SUA COMPARSA FINO AL PRESENTE.
NON E’ BASTEVOLE PRENDERE COSCIENZA DI QUESTE MANIPOLAZIONI, (IN QUANTO NECESSITA CHE SEGUA L’AZIONE DI CAMBIAMENTO INTERIORE), MA SICURAMENTE E’ UN NOTEVOLE PUNTO DI PARTENZA PER LA PERSONALE PROFONDA TRASFORMAZIONE, E QUINDI PER LA COLLETTIVITA’.

<[...]Tutti gli eventi che hanno riguardato il medio oriente (vedi: primavera araba) e che riguardano l’avvicendamento al potere nel mondo vengono scanditi ricorrentemente da episodi che appaiono come casuali, quando invece non lo sono affatto. Adesso è necessario che la Turchia sia un alleato fedele per la guerra che gli Stati Uniti si accingono a sferrare per il controllo definitivo del medio oriente e delle sue ricchezze. Un appoggio logistico irrinunciabile, considerato che sarebbe difficilissimo contare su un sostegno pieno, in questa missione, da parte dell’Italia, che da sempre è la portaerei USA nel Mediterraneo. L’Italia è troppo complicata e nonostante i continui tentativi di delegittimazione del Paese orchestrati al suo interno, conserva quella fierezza e quella naturale inclinazione per la pace che irrita e infastidisce all’inverosimile coloro i quali godono delle sofferenze inferte all’Umanità, si alimentano del dolore delle persone e ne fanno il loro business. Nulla da fare, l’Italia è inaffidabile da questo punto di vista. Quindi chi vuole fare la guerra (non il Popolo americano, ma le lobby che ne detengono le sorti) non possono che contare, per questa impresa, sulla nuova città militare costruita in Kossovo e sull’appoggio logistico di un Paese come la Turchia, che nei piani americani dovrà costringersi a questa complicità in cambio di una stabilizzazione interna. Erdogan (primo ministro turco, fino a prova contraria eletto democraticamente) se vorrà continuare a governare dovrà collaborare alla prossima guerra americana altrimenti sarà fatto fuori. Ne più né meno di ciò che capiterà ad Assad in Siria e di quello che è già accaduto in Iraq con l’esecuzione di Saddam Hussein, in Libia con Muammar Gheddafi, in Tunisia con Ben Ali, in Egitto con Mubarak. Qualcuno si sarà pur chiesto: se davvero gli americani avevano a cuore la sorte di questi popoli, perché non sono intervenuti prima, mentre invece hanno stipulato accordi e collaborato fino a ieri con questi “governi malvagi” e aspettano solo oggi per dire la loro?[...]>

[Un articolo di Armando Siri – Scrittore, giornalista, politico]

LO SPECCHIO DELL'OMBRA

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da Picasso a Picasso -olio su carta riciclata (di Elena Gennai)

SHAMMURAMAT

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olio su cartone riciclato (di Elena Gennai)