
Ma tutto ciò, intendo l’intero già vissuto, non ha fine di per sé stesso, non ha alcuna utilità quando lo si ri-pensa razionalmente ed emozionalmente identificandosi come se fosse il proprio presente;
semmai può servire per osservare l’intero viaggio...
è il viaggio che riveste un ruolo fondamentale nel suo insieme, ancor più della meta, poiché quest’ultima non si è mai collocata all’esterno di noi stessi...è sempre sostata in quella che chiamiamo Anima o Sé superiore o Autocoscienza, mentre il viaggio è l’esplorazione dell’ignoto, è l’avventura a braccetto della libertà
viaggio che si snoda attraverso i drammi, le nuove conoscenze, le conquiste, lo scalpitio delle emozioni, la valanga dei pensieri, dei respiri, delle lacrime, delle azioni...
nient’altro è se non la conoscenza lenta di sé stessi, unico modo per raggiungere la meta.
Il sapore della forza vive nel viaggio, il sapore della ricchezza di vita alita dal viaggio...così quando si vuole osservare la peculiarità di sé stessi, lo si può solo fissando attentamente esso...